Dal libro IL CONSOLATORE di Emmanuel psicografato da Chico Xavier:

Domanda 189 – Che cosa deve fare una madre terrena per compiere evangelicamente i suoi doveri, conducendo i figli al bene e alla verità?

Nell’ambiente domestico, il cuore materno deve essere il rappresentante divino di tutta la comprensione spirituale e di tutti i sacrifici per la pace della famiglia.

Dentro questa sfera di lavoro, nel più santificato compito di rinuncia personale, la donna che segue il Cristo, accende una vera luce nel cammino dei figli attraverso la vita. La missione della maternità si riassume nel dare sempre l’amore di Dio, il Padre di Infinta Bontà, poi ha messo nel cuore delle madri la sacra essenza della vita.

Negli impegni del mondo, esistono quelle che si lasciano portare dall’egoismo degli

interessi privati; tuttavia, è necessario svegliarsi in tempo, in modo a non guastare la fonte di tenerezza.

La madre terrena deve comprendere, innanzi tutto, che i suoi figli, prima, sono figli di Dio.

Già dall’infanzia, deve preparargli al lavoro e alla lotta che gli aspettano.

Dai primi anni, deve insegnare il bambino a fuggire dall’abisso della libertà, controllando le attitudini e gli atteggiamenti mentali, perché questa è l’occasione più propizia all’edificazione delle basi della vita.

Deve sentire i figli di altre madri come si fossero i suoi figli, senza tenere, in nessun modo, la falsa convinzione che i suoi sono migliori e più preparati che quelli delle altre.

Insegnerà la tolleranza più pura, ma non mancherà di energia quando sarà necessario nel processo educativo, riconosciuta l’eterogeneità delle tendenze e la diversità di temperamenti.

Per la pace dei figli, si deve sacrificare in tutti i modi a sua disposizione, senza spezzare il livello di grandiosità spirituale del suo compito, insegnando a loro, che tutti i dolori sono degni, che tutti i lavori edificanti sono divini e che tutti gli sprechi sono una grave mancanza. 

Insegnargli il rispetto per l’infortunio altrui, affinché siano accolti nel mondo, nell’ora d’inquietudine, comune a tutti gli Spiriti incarnati.

Nei problemi di dolore e di lavoro, nelle provazioni e nelle esperienze, non deve dar ragione a qualsiasi lamentela dei figli, senza l’esame spassionato e meticoloso delle questioni, portando il loro sentimento a Dio, senza permettere che si fermino nella futilità o nei pregiudizi morali delle situazioni transitorie del mondo.

Sarà lei nel focolare domestico il buon consigliere imparziale, lo stimolo al lavoro e la fonte di armonia per tutti.  

Cercherà nella pietosa Madre di Gesù il simbolo delle virtù cristiane, trasmettendo a chi gli sta vicino i doni sublimi dell’umiltà e perseveranza, senza qualsiasi preoccupazione con le glorie effimere della vita materiale.

Nell’ipotesi che fallissero tutte le sue dedizioni e rinunzie, compiendo questo programma di sforzo evangelico, compete alle madri incomprese, consegnare il frutto dei suoi lavori a Dio, prescindendo di qualsiasi giudizio del mondo, poi che il Padre di Misericordia, saprà apprezzare i suoi sacrifici e benedirà i suoi dispiaceri, nel sacro istituto della vita familiare.